giovedì 21 agosto 2014

La demolizione della scuola pubblica (e degli insegnanti)



   Ecco gli effetti della cura Gelmini nella scuola primaria: docenti con orari spezzati e distribuiti tra un numero esorbitante di classi; aumento degli alunni per classe, ore di compresenza prosciugate pressoché́ completamente. In sintesi: oneri enormi a carico dei docenti per un'offerta formativa impoverita e peggiorata.
Scuola Primaria: confronto variazioni Alunni, Classi e Docenti (percentuali) dal 2008/2009
Non trovano risposta le esigenze e le opzioni delle famiglie, ampiamente orientate verso il tempo pieno e modelli orari lunghi (30 ore o più): sono stati loro riservati, invece, tagli al tempo pieno, mancata concessione di organico e conseguenti riduzioni di orario a 27 ore settimanali per le nuove classi.
Sempre più le scuole rischiano di trovarsi schiacciate tra il tentativo di cercare comunque di rispondere alle richieste delle famiglie e lo sforzo di salvare l'unitarietà e la qualità del progetto educativo e didattico.


“Pochi settori di quella che una volta era definita forza lavoro ad alto livello di qualificazione hanno visto le loro fortune crescere, librarsi e crollare come quello degli insegnanti.”
(Neave, Cerych, 1986)


COS È IL BURNOUT

  Il termine burnout (letteralmente, “scoppiato”, “bruciato”, “esaurito” ) compare per la prima volta negli anni Trenta nel gergo dell’atletica professionale e indica il fenomeno per il quale un atleta, dopo alcuni anni di successi, si esaurisce e  non è più capace di dare nulla dal punto di vista agonistico.
A partire dagli anni Settanta, grazie a Freudenberg, venne introdotto negli Stati Uniti in riferimento all’ambito lavorativo, in relazione agli operatori dei servizi sociali, alle cosiddette “professioni di aiuto”, le helping profession. Queste categorie di lavoratori, infatti, dopo mesi di impegno e dedizione per gli altri si sentono bruciati, hanno un crollo morale dovuto proprio ad un sovraccarico di stress cronico che deriva dall’interazione con le persone che dovrebbero aiutare (stress occupazionale).

E’ la sindrome tipica di chi si esaurisce senza darlo a vedere, con comportamenti che si trasformano facilmente nel senso di insoddisfazione, nella facile e continua irritabilità, nella tensione verso i destinatari del proprio aiuto, i quali, il più delle volte, vengono definiti ( o anche solo pensati) come incapaci, scansafatiche, rompiscatole. Oppure si manifesta con comportamenti alternativi di fuga quali il ricorso all’alcool, le amicizie ambigue ecc. E’, in soldoni, la sindrome di chi si esaurisce a tutto campo, senza una precisa sintomatologia psicosomatica ma in maniera più sottile, quasi impercettibile, e soprattutto con tempi molto lunghi.
(Ronco, Fizzotti, Crea, 1993)
Nel 1982 Cristina Maslach (autrice del Maslach Burnout Inventory) ha definito la sindrome del burnout caratterizzata da tre aspetti peculiari che ne rappresentano il cuore della sindrome.

1.         ESAURIMENTO: l’individuo si sente completamente sfinito dal punto di vista emozionale, senza più le forze per ricominciare, si percepisce come inutile e cercherà il minimo contatto con la gente.

2.         SPERSONALIZZAZIONE: lo sviluppo dei sentimenti negativi verso gli altri avanza a tal punto da considerare negativamente anche se stesso, iniziando a diventare freddi e indifferenti e provando sensi di colpa per come stanno trattando gli altri.

3.         RIDOTTA REALIZZAZIONE PERSONALE SUL LAVORO: si sentono falliti e cercano di rimediare  rivolgendosi a psicoterapeuti o cambiano lavoro.

Canavero Micaela

Corso di laurea in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

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