martedì 28 gennaio 2014

Costa più un precario che un docente di ruolo


Non sono io a dirlo! A dirlo sono i conti della Ragioneria di Stato.

Vai al link: http://www.orizzontescuola.it/node/38399

L'illusione dei numeri



   Immissioni in ruolo 2014/15, i numeri inviati dal Miur allAran: 12625 docenti, 1605 di sostegno, 4317 Ata.



L'anno scorso il contingente è stato fissato in 21.112 unità di personale docente ed educativo.


Adesso proviamo a fare dei calcoli approssimativi per i posti del personale docente: 12625 + 1605 = 14230

poi dividiamo per il grado di scuola, cioè infanzia, primaria, medie e superiori: 14230 : 4 = sono più o meno 3558, poi dividiamo per il numero delle regioni italiane: 3558 : 20 = più o meno 178. Nel caso dell'Abruzzo ci sono quattro provincie, quindi dividiamo nuovamente per quattro: 178 : 4 = 44. Quarantaquattro posti per ogni grado di scuola. Quarantaquattro posti sarebbero un bel traguardo. Ma 44 posti non corrispondono alla realtà, perché il numero maggiore dei posti, verrà assegnato alle scuole dove ci sono posti vaganti, il che, in genere, significa nel nord Italia.

L'anno scorso, a fronte di 21112 unità, nella provincia dell'Aquila, scuola primaria, sono stati assunti 4 docenti, due della comune e due del sostegno, di cui il 50% dalle graduatorie ad esaurimento e il 50% dal concorso.

I precari della scuola in Italia sono 130000:

domenica 26 gennaio 2014

La rivolta via mail dei prof a un passo dalla pensione: "Noi bloccati dalla Fornero, e i giovani a spasso"



Anche se certi articoli cominciano ad essere ripetitivi...

  Sono almeno 4mila e si stanno fancendo sentire sull'onda del caso degli scatti di stipendio. Chiedono a Renzi e Letta di risolvere "un pasticcio che produce la classe docente più vecchia d'Europa e il record di precari bloccati"


di SALVO INTRAVAIA

Vai al link di La Repubblica.it: 

sabato 25 gennaio 2014

Videogame e minori: gli adulti cattivi maestri



   Sembra di vederli, perché in fondo l’ab­biamo fatto tutti da adolescenti. Cam­biare di gran fretta il canale in tv o pa­gina internet non appena mamma e papà entrano in camera. Eppure loro, i grandi, so­no davvero convinti – nove volte su dieci – di controllare cosa guardano i propri figli su tablet e piccolo schermo. Ma forse non sanno che più del 40% dei loro ragazzi 17enni gio­ca a poker online, oltre due su dieci vanno abitualmente su siti pornografici e metà di loro passa fino a tre ore davanti ai videogio­chi. Con buona pace di chi li crede davanti al computer per una ricerca scolastica (solo il 25% dei ragazzi apprezza delle rete le e­normi potenzialità per lo studio).

di Alessia Guerrieri

Vai al link di Avvenire.it: 

venerdì 24 gennaio 2014

Pinocchio e gli italiani

   "La gioia del burattino è impossibile descriverla: bisogna sapersela figurare. Credendo quasi che fosse un sogno, si rigirava quest'uovo fra le mani, e lo toccava e lo baciava, e baciandolo diceva:
- E ora come dovrò cuocerlo? Ne farò una frittata?... No, è meglio cuocerlo nel piatto!... O non sarebbe più saporito se lo friggessi in padella? O se invece lo cuocessi a uso uovo da bere? No, la più lesta di tutte è di cuocerlo nel piatto o nel tegamino: ho troppa voglia di mangiarmelo! Detto fatto, pose un tegamino sopra un caldano pieno di brace accesa: messe nel tegamino, invece d'olio o di burro, un po' d'acqua: e quando l'acqua principiò a fumare, tac!;.. spezzò il guscio dell'uovo, e fece l'atto di scodellarvelo dentro.
Ma invece della chiara e del torlo, scappò fuori un pulcino tutto allegro e complimentoso, il quale, facendo una bella riverenza, disse:
- Mille grazie, signor Pinocchio, d'avermi risparmiata la fatica di rompere il guscio! Arrivedella, stia bene e tanti saluti a casa!
Ciò detto distese le ali e, infilata la finestra che era aperta, se ne volò via a perdita d'occhio.
Il povero burattino rimase lì, come incantato, cogli occhi fissi, colla bocca aperta e coi gusci dell'uovo in mano. Riavutosi, peraltro, dal primo sbigottimento, cominciò a piangere, a strillare, a battere i piedi in terra, per la disperazione, e piangendo diceva:

- Eppure il Grillo-parlante aveva ragione! Se non fossi scappato di casa e se il mio babbo fosse qui, ora non mi troverei a morire di fame! Oh! che brutta malattia che è la fame!..."

di Carlo Collodi