sabato 11 gennaio 2014

L’impotenza degli insegnanti è l’impotenza della società




   Nonostante tutto (nonostante i troppi problemi che affliggono la scuola e la società), non credo si possa fare a meno di continuare a parlare del ruolo degli insegnanti e di metodologia educativa, altrimenti si rischia di approdare nel bel mezzo del nulla, tuttavia, affinché queste considerazioni abbiano veramente un fondamento, uno spessore e siano feconde, credo si necessario collocarle all’interno di un contesto, quello appunto della società in cui viviamo.

   Il Nulla in filosofia è l'assenza di ogni cosa, un'assoluta mancanza di realtà. Qualcuno potrebbe obiettare che ci troviamo "già" nel bel mezzo del nulla. Non ne sono convinto, forse è "la realtà" che è distorta. Probabilmente a questo punto, dovremmo avere il coraggio di guardare di nuovo la realtà negli occhi e di riappropriarci del vero senso di questa parola.



Alcuni spunti di riflessione:

Ci troviamo così di fronte al paradosso che - nell'epoca frenetica del capitalismo globale- il risultato principale della rivoluzione è quello di portare all'immobilità le dinamiche sociali: il prezzo da pagare per l'esclusione dalla rete capitalistica globale. In questo caso assistiamo a una strana simmetria tra Cuba e le società occidentali «postindustriali»: in entrambi i casi la mobilitazione frenetica nasconde l'immobilità più profonda. A Cuba la mobilitazione rivoluzionaria nasconde la stagnazione sociale, nell'Occidente sviluppato la frenetica attività sociale nasconde la fondamentale identità del capitalismo globale, l'assenza di un Evento... Walter Benjamin definì il momento messianico come una Dialektik im Stillstand, una dialettica immobile: nell'aspettativa di un Evento Messianico la vita giunge a un punto di immobilità.

Estrapolato da: Slavoj Zizek – Benvenuti nel deserto del reale

MELTEMI - 2002. Traduzione di Piero Vereni.
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La società non è più portatrice di divieti e l’inconscio non è più un insieme di pulsioni sregolate: è la società a essere edonista e sregolata, mentre è l’inconscio che regola. La società è ciò che per Lacan è «il grande Altro» (p. 49), che contiene l’incontentabile «Super-io» (p. 98), il cui imperativo è GODI; ma il «grande Altro» e il «Super-io» entrano in conflitto provocando l’eccesso, cioè il «Super-io» diventa allo stesso tempo imperativo di godimento e divieto di godimento.

Leggere Lacan

S. Žižek, Leggere Lacan. Guida perversa al vivere contemporaneo, trad. it. di M. Nijhuis, Bollati Boringhieri, Torino 2009, pp. 136. (gennaio 2011)

vedi anche La scuola oggi: insegnanti impotenti davanti ai Reality Show: http://www.agoravox.it/La-voglia-matta.html

1 commento:

  1. Io penso che quello che ho scritto in questo post, o meglio, quello che ho riportato soprattutto attraverso Zizek e al di là del fatto che si possa essere d'accordo o no con quanto espone questo filosofo, sia un nodo cruciale (per chi lo riesce a leggere) per una attenta analisi del nostro stato di cose attuali. Il rischio che noi tutti stiamo correndo, infatti è quello di screditare ogni ideale e di ridurlo ad un cinico slogan pubblicitario (come d'altronde è già avvenuto attraverso il berlusconismo).

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