DI SLAVOJ ZIZEK
incontro con Filippo La Porta
in "Lo Straniero"
Lo Straniero è una rivista
mensile nata a Roma nel 1997, fondata e diretta da Goffredo Fofi con un nutrito
gruppo di collaboratori.
"Il filosofo e sociologo Slavoj Zizek, nato a Lubiana nel
1949 e autorevole punto di riferimento del dibattito culturale negli Stati
Uniti, non è un autore che consola o che ci mette in pace con la coscienza.
Prendiamo la retorica corrente sul multiculturalismo e sul dovere di accettare
l’altro. Per lui l’“altro” lo incontriamo veramente non quando ne apprendiamo
in modo neutro i valori, quando andiamo nel ristorante etnico o acquistiamo la
coperta peruviana, ma quando ci rompe le scatole, quando scopriamo in lui
qualcosa che ci segnala traumaticamente l’intensità della sua realtà (quando
cioè ride in modo rumoroso, fuma, esagera, ha un cattivo odore…) – e che Zizek
definisce come “eccesso del godimento”, qualcosa di minaccioso, che almeno a
livello immaginario mi impedisce il mio godimento (la “castrazione immaginaria”
di Freud)."
vai al link: http://www.lostraniero.net/archivio-2003/85-febbraio-n-32/590-benvenuti-nel-deserto-reale.html
Vedi anche Jura Gentium
Rivista di filosofia del diritto internazionale e della
politica globale
"Benvenuti nel deserto del reale è la frase pronunciata da
Morpheus, il noto personaggio di Matrix che guida la resistenza in una Chicago
post-guerra globale, in cui la realtà materiale è virtuale, prodotta da un mega-computer
al quale sono tutti connessi. Il libro prende infatti le mosse da un
parallelismo tra lo scenario dipinto dai fratelli Wachowski, registi del film,
e la New York del dopo 11 settembre. L'attacco al World Trade Center, secondo
l'autore, è la concretizzazione delle fantasie hollywoodiane, l'ingresso nella
realtà di quell'apparizione fantasmatica che il tubo catodico da decenni ci
trasmette attraverso i film di fantascienza e gli orrori di zone del globo
credute "remote". Non è più l'industria cinematografica che guarda
all'industria bellica, ma viceversa: non solo Steven Spielberg rifà ET
eliminando la parola "terroristi" e sostituendo alle pistole dei
poliziotti più rassicuranti torce elettriche, ma un gruppo di registi e
sceneggiatori su mandato del Pentagono disegna macchine da guerra e
fantastrategie filmiche che risultano più reali del reale. Su questa base,
Žižek si oppone al compito del "ritorno al reale" attribuito dal
senso comune alla psicoanalisi, per seguire invece la lezione di Jacques Lacan:
è necessario "attraversare la fantasia", identificarsi con essa,
soprattutto con quella fantasia che forma l'eccesso che resiste all'immersione
nella realtà che quotidianamente viviamo."
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