martedì 29 luglio 2014

Hermes ed Hestia, per una visione “politeistica” della vita

Estratto da:

L'anima dei Luoghi

James Hillman Conversazione con Carlo Truppi



   "C'è una domanda che qualsiasi professionista dovrebbe porsi di tanto in tanto: cosa mi autorizza a essere uno psicologo, un architetto? Da dove proviene la mia autorità? È sufficiente essere stato abilitato da membri dell'establishment, dell'Accademia, dalle
istituzioni pubbliche o legalmente riconosciute?
A chi o a cosa devo rendere conto, verso chi o che cosa sono responsabile? Se l'architettura o la psicologia è la mia vocazione, chi o cosa «mi chiama»?
Secondo me, uno psicologo deve sentirsi in qualche modo chiamato, parlato (logos) dalla psiche. Forse l'architetto dovrebbe essere colui che ha la capacità di eseguire, svolgere la techne delle archai.
Tutto ciò presenta profonde implicazioni: per uno
psicologo significa non essere chiamato al proprio compito dal paziente, o dalla professione, ma dalla psiche nelle sue varie manifestazioni; in particolare, uno psicoterapeuta è chiamato dalla psicopatologia (il pathos) della psiche.
Gli architetti non hanno pathos inscritto nell'etimo della loro materia, come chi si occupa di psicopatologia. Ma hanno un idea-radice che è la loro base: le archai, che orientano la loro disciplina. Diciamo che sono discepoli delle arcuai."


Nessun commento:

Posta un commento