venerdì 6 dicembre 2013

Anche oggi sono pronto per andare a scuola

6 commenti:

  1. Bellissima nella sua vena ironica e piena di spunti di riflessione....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...come sempre grazie del commento e dell'apprezzamento (ti devo pagare una cena?)

      Elimina
  2. No, mi atteggio solo a critico ahahahahaha......

    RispondiElimina
  3. In due parole io la vedo così:
    Il docente è ormai relegato ai margini dei discorsi sulla scuola e delle sempre meno felici riforme, umiliato da trattamenti economici fra i più bassi in Europa ed in Italia (altri impiegati pubblici hanno buste paga molto più sostanziose). Ormai noi decenti combattiamo (con l’elmetto…come suggerisci) contro alunni e genitori che rivendicano il diritto al “successo scolastico” ed a “attività alternative” che testimoniano il tramonto dell’idea della scuola come luogo di formazione, di studio, di apprendimento di saperi ed anche, perché no, di selezione. La scuola deve essere, ormai, facile e deve assicurare il “pezzo di carta “ a tutti. Le famiglie sono pronte a difendere i loro figli contro insegnanti severi o che danno eccessivi compiti a casa, infischiandosene della reale preparazione dell’insegnante. Sono pronte, ormai con facilità estrema, a fare ricorso al Tar in caso di bocciatura.
    La scuola “progressista” considera la valutazione una forma di prevaricazione, difendendo il diritto dell’alunno all’ignoranza. Perché questa lotta al nozionismo? Le nozioni non costituiscono, anche loro, la cultura? I “progressisti” obbietteranno che basta un telefonino per vedere in tempo reale la data di nascita di Napoleone, non serve mandare queste cose a memoria. Ammesso e non concesso, OK! Ma nelle materie tecniche come la mettiamo? Io insegno “meccanica e macchine” e qui non è questione di memoria. È questione di usare il cervello. Le formule non devono essere ricordate a memoria, esistono manuali consultabili anche in sede d’esame. L’importante è usare il cervello, che la scuola, con tutti i problemi che ha, non insegna più a far funzionare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...grande Livio! Grazie del commento! Non ci scoraggiamo, tutto quello che dici è vero, ma io sono convinto che "la scuola siamo (anche) noi", mettendoci in gioco, saranno più le sconfitte che le vittorie, ma finché c' è qualcuno capace di fare critica e autocritica ci sarà una pur vaga speranza per i nostri (vostri?) figli, la strada è tutta in salita, come tutte le cose importanti!

      Elimina