lunedì 25 agosto 2014

Il merito in Italia?



Sponsor privati e merito, stop ai supplenti precari: 
ecco la riforma della scuola

Allo studio nuove forme per finanziare il riassetto del sistema. Nel disegno di legge del governo è prevista una revisione delle scuole professionali e un nuovo rapporto tra cultura e istruzione. Possibile detassazione delle iscrizioni negli istituti privati

di CONCITA DE GREGORIO da La Repubblica.it


Privatizziamo tutte le scuole? Ma i capitali privati alla scuola pubblica,  sono davvero solo un pregiudizio? 

L'ingresso dei capitali privati nella scuola pubblica: un'esigenza fin qui bloccata da "pregiudizi ideologici".

sempre su La Repubblica.it


Personalmente mi auguro una svolta per la scuola italiana (e non solo come docente), ma ovviamente tutto questo non avverrà a partire da settembre di quest'anno (sempre ammesso che passino queste proposte o alcune di esse, ma poi sono già Decreto Ministeriale?), magari dovremo aspettare il prossimo governo per poterle attuare, chissà!

Aspettando Godot, ovvero aspettando venerdì, 29 agosto



Nella cultura popolare Aspettando Godot è divenuto sinonimo di una situazione (spesso esistenziale), in cui si aspetta un avvenimento che dà l'apparenza di essere imminente, ma che nella realtà non accade mai e che di solito chi l'attende non fa nulla affinché questo si realizzi (come i due barboni che si limitano ad aspettare sulla panchina invece di avviarsi incontro a Godot).




Che cosa accadrà venerdì 29 agosto 2014?

Venerdì saranno presentate dunque linee guida "operative" che non avranno tuttavia ripercussioni immediate sull'anno scolastico che sta per iniziare. Da settembre partirà una consultazione di forze politiche e sociali e sarà aperto un dibattito che andrà avanti per un paio di mesi. Poi il governo tirerà le somme e procederà con i provvedimenti. A differenza di quanto accaduto, talvolta, negli anni passati questo "pacchetto scuola" non dovrebbe essere una misura a costo zero, ma un intervento coperto da un cospicuo stanziamento di risorse. Nei giorni scorsi Renzi ha parlato di un miliardo da prevedere nella legge di stabilità.

"Vogliamo eliminare il precariato" - "Il 29 agosto sarà l'occasione per presentare la 'visione' del nostro governo sui temi dell'istruzione e in particolare della scuola, a cui seguirà poi un provvedimento che è in costruzione da mesi", ha spiegato il ministro, assicurando che "il governo intende eliminare il precariato nella scuola". I dettagli su come ciò potrà avvenire sono stati rimandati ai prossimi giorni, ma si è ribadito che "le supplenze non fanno bene né a chi le fa né a chi le riceve".

TGCOM 24



Aspettando di sapere cosa accadrà (le solite dichiarazioni eclatanti con il successivo “solito” immobilismo italiano?) mi domandavo perché la scuola italiana è tanto odiata. La mia non è semplice retorica e nemmeno sarcasmo da quattro soldi.  Ovviamente non sto parlando degli studenti, il cui odio potrebbe anche essere oltremodo “fisiologico”, ma parlo delle persone in generale. Forse non hanno tutti i torti ad odiare la scuola. La scuola, spesso e volentieri è stata un ripiego per chi avendo una laurea, non è riuscito a trovare altro impiego (almeno questo accadeva in passato), oppure è stata “usata” come sicurezza economica per vari professionisti che avevano (hanno) un secondo lavoro indipendente e infine è stato sempre visto come il lavoro a “mezza giornata” per le donne “con famiglia”. Sarò stato troppo inclemente? Ho usato i soliti clichè  verso la scuola? Può anche darsi, ma se le cose vanno davvero in questo modo, come dare torto a chi odia la scuola, specie in tempi di crisi dove il lavoro manca ai più? Di nuovo la scuola è tutto, tranne educazione, valorizzazione e formazione.

NB

Un conto è la funzione della Scuola in un paese moderno, un conto è chi ci insegna dentro, non facciamo confusione tra le due cose e di tutta l’erba un fascio!

Stefano

Vedi anche

"IL MOVIMENTO STUDENTESCO DAL 68 AL 77: LA DIDATTICA TRADIZIONALE E LA CRISI ESPLOSIVA DELLE SUE CONTRADDIZIONI"

RELATORE
Prof. Ferdinando DUBLA                                                                                      
                            
 Candidato MASTRELLA Humberto Alejandro





sabato 23 agosto 2014

“C'è molta speranza, ma nessuna per noi.”


 “C'è molta speranza, ma nessuna per noi.” Kafka (citato in George Steiner, La tragedia assoluta, in Nessuna passione spenta, p. 78)



L’istruzione nelle mani dei non garantiti

I tagli sono stati sempre fronteggiati con il ricorso al lavoro precario. Nella scuola esiste un serbatoio, enorme, in parte infinito, di contratti a tempo determinato la cui quantificazione e definizione sfugge a qualsiasi civiltà amministrativa. La ministra Giannini ha parlato di 170mila precari iscritti nelle varie graduatorie. Secondo il sindacato Anief, conteggiando le graduatorie di istituto, si arriverebbe a 460mila. Il meccanismo del reclutamento, dopo il concorso Profumo, è diviso al 50% tra le graduatorie a esaurimento e le graduatorie di merito. Ma poi ci sono le graduatorie d’istituto che vengono divise in tre fasce, prima, seconda e terza. Un caos che, recentemente, ha fatto scattare il conflitto tra i docenti che hanno svolto il nuovo tirocinio formativo (il Tfa) per abilitarsi all’insegnamento e coloro che sono stati abilitati senza Tfa ma con il Pas, il percorso abilitante speciale, avendo lavorato per almeno tre anni. A parte lo scontro di sigle (Tfa contro Pas) gli uni sostengono di avere più titoli degli altri, in una guerra tra poveri che difficilmente troverà una composizione.

A complicare tutto, la beffa del concorsone

Basti pensare a cosa è successo a coloro che hanno partecipato al “concorsone” indetto dal ministro Profumo nel 2012. Avrebbe dovuto rappresentare la soluzione di tutti i problemi. Invece, dopo aver bandito il concorso per 11.542 posti, nel 2013 solo 3.500 sono state “immesse in ruolo”, cioè assunti, gli altri sono stati collocati in una… nuova graduatoria. Senza contare che in alcune regioni, come la Toscana, gli esami del concorso del 2012 si sono conclusi nel 2014 e in altre, come la Sicilia, i posti assegnati sono stati evidentemente sovrastimati.

Quando Bruxelles smette di chiedercelo

Abbiamo i docenti peggio pagati d’Europa. La tabella della Cisl non ammette repliche: a inizio carriera la retribuzione lorda di un insegnante della scuola secondaria di primo grado (le medie) in Italia guadagna 24.141 euro (circa 1.300 euro nette al mese). La media europea è di 26.852. Il divario cresce a fine carriera: 45.280 euro nella media Ue contro 36.157 in Italia, il 25% in meno che arriva al 30% nella secondaria di secondo grado. Eppure gli insegnanti italiani lavorano anche più degli europei: 22 ore settimanali nella primaria corrispondono a una media Ue di 19. Anche nella secondaria di secondo grado si hanno 18 ore italiane contro 16 nella Ue. Renzi, ancora ieri, ha promesso una riforma nuova di zecca. Con tali precedenti, difficile stare sereni.