....invece di una missione?
Salari bassi, riforme sbagliate e la "vocazione" al volontariato
da Notizie di libri e cultura del Corriere della Sera
Salari bassi, riforme sbagliate e la "vocazione" al volontariato
da Notizie di libri e cultura del Corriere della Sera
«Nonostante
tutto, dopo 4 o 5 ore passate con degli adolescenti, sei stanco», dice
Gianfranco Giovannone in un lunedì pomeriggio di fine settembre. Dopo aver
studiato lingue a Pisa e aver insegnato in tutti gli ordini di scuola, escluse
le materne, a sessant’anni suonati può permettersi di parlare della scuola
senza l’abnegazione cieca del sentimentalismo deamicisiano e senza le cupezze
del risentimento e della nostalgia. Del resto, non c’era né cuore-in-mano né
rancore neppure nel libro che ha pubblicato qualche anno fa (Perché non sarò
mai un insegnante, Longanesi), in cui attraverso le parole degli studenti
veniva illustrato, con abbagliante sincerità, il declino della professione
docente. Erano i ragazzi, appunto, nei loro componimenti, i primi a considerare
i prof degli alieni, dei corpi estranei al mondo e alla realtà, ma soprattutto
ben lontani dalla formulamagica «denaro, potere, immagine», in cui generalmente
si riassume il prestigio sociale. Insomma, la classe degli insegnanti, che ha
il compito importantissimo di formare i cittadini del futuro, appare proprio
alle giovani generazioni come un manipolo di «sfigati», descritti in un’ampia
gamma di coloriture che va dall’ironia alla vera e propria ostilità, dal
compatimento al disprezzo. Più o meno la stessa considerazione di cui il
docente gode all’interno della società.
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